Siamo tutti autoctoni

Siamo lieti di pubblicare questa riflessione per punti di Pino Tripodi per tanti motivi. Perché Pino è un “amico” di sudcomune, nella declinazione che egli stesso, memorabilmente, ha saputo esprimere in un suo importante contributo sul «settantasette». Ma soprattutto perché le tesi e i punti che presentiamo, non solo a parere di chi scrive, sono idee politiche che prefigurano nuove strade da percorrere e, se avessero le gambe per camminare, nuove forme di lotta e modi di vita.

Siamo tutti autoctoni.
Riace è il mondo intero.
Diventiamo tutti cittadini di Riace

di PINO TRIPODI (in Sudcomune, febbraio 2019)

La solidarietà al modello Riace rischia di essere la manifestazione di una sconfitta epocale. 

La morte di Riace comprometterebbe ogni altra libertà. 

La deportazione soft voluta dal governo italiano è peggiore della deportazione armata.

A Riace in questo momento passano i confini del mondo intero. 

Bisogna agire su quei confini e scegliere apertamente da che parte stare. A Riace o fuori di Riace.

Il modello di Riace nulla c’entra con l’assistenza; è un modello di cooperazione sociale economico e culturale esportabile a diversa scala nel mondo intero.

Non si può combattere Hitler con Mengele, il razzismo di destra col razzismo di sinistra.

Occorre invece l’entusiamo e l’orgoglio di sentirsi abitanti della medesima patria, la terra, e di contribuire attivamente al benessere di tutti a cominciare dalla terra stessa. 

Il mondo è diviso nettamente in tre. Ci sono gli abitanti di Riace che intendono prendersi cura del mondo, abitanti del resto del mondo che fanno di tutto per distruggerlo, poi c’è la terza categoria sempre in maggioranza apparentemente indifferente sia alla salvezza sia alla distruzione del mondo. Da come vota la maggioranza indifferente dipende il mondo intero. 

Gli abitanti di Riace che popolano il mondo devono con tutte le forze sostenere i residenti di Riace ché è il modo più semplice e più entusiamante per sostenere anche il loro mondo.

Per andare oltre la solidarietà, oltre il sostegno estemporaneo al modello Riace occorre far diventare Riace un brand internazionale nel quale sia possibile:

1.Diventare cittadini di Riace anche se si risiede in qualunque altra zona della terra. Si può naturalmente trattare di una cittadinanza onoraria e/o digitale il che equivale a condividere una carta comune di diritti-doveri  ( Sul modello del Teatro naturale di Oklahoma di Franz Kafka). La presente proposta non ha nulla di irrealizzabile. Per altri fini già la piccola Estonia ha sperimentato con eccellenti risultati la e-residence, la residenza virtuale, che ha ricadute economiche di massimo rilievo

2. Sostenere l’economia di Riace attraverso un portale internazionale che faccia conoscere i prodotti e i servizi di Riace, e li vende.

3. Consorziare le autonomie produttive e cooperative di Riace attraverso un marchio Riace. 

4. Mappare le unità produttive, abitative, agricole che possono utilizzare il comodato d’uso ove attivare iniziative riaciane anche al di fuoi di Riace a cui partecipino liberamente tutti gli autoctoni del pianeta. Perché siamo tutti  autoctoni.  

5. Sostenere, sviluppare e consorziare tutte le realtà di Riace in Europa e nel mondo. 

6. Impedire con tutti i mezzi necessari, iniziando da quelli economici, che anche un solo riaciano sia espulso dalla sua terra. 

7. Organizzare tour verso i Riace per far comprendere la bellezza e la forza di quel modello.

8. Fondare una moneta, il Riace, con cui scambiare prodotti e servizi dell’Universo Riace. 

9. Elaborare una Costituzione di Riace  e sottoscriverla a livello internazionale. 

10. Proporre e organizzare, dopo la pubblicazione del presente testo,   un convegno a Riace intitolato: proposte per il mondo di Riace a cui far partecipare economisti, scrittori, musicisti, uomini e donne che hanno in animo di cooperare allo scopo. 

Il grande Teatro di Oklahoma vi chiama! Vi chiama solamente oggi, per una volta sola! Chi perde questa occasione la perde per sempre! Chi pensa al proprio avvenire, è dei nostri! Tutti sono i benvenuti! Chi vuol divenire artista, si presenti! Noi siamo il teatro che serve a ciascuno, ognuno al proprio posto! Diamo senz’altro il benvenuto, a chi si decide di seguirci! Ma affrettatevi, per poter essere assunti prima di mezzanotte! A mezzanotte tutto verrà chiuso e non sarà più riaperto! Guai a chi non ci crede!

(Franz Kafka, da Il disperso, titolo originale di Kafka poi cambiato con America da Max Brod)