Lo spiega un’inchiesta della rivista ‘Sudcomune’. Quattro quinti dei depositi abusivi privi di qualsiasi autorizzazione

in ANSA.IT (luglio 2015)

Una miriade di piccole e grandi discariche che hanno iniettato veleno nella terra e nelle acque della Calabria: 636 siti da mettere in sicurezza, di cui 300 sono discariche dismesse. Depositi abusivi, quattro quinti dei quali privi di qualsiasi autorizzazione. E’ quanto emerge da un’inchiesta della rivista ‘Sudcomune’, che ne fornisce un’anticipazione.

“Secondo il ‘Piano Stralcio’ delle Bonifiche del 2012 – spiega l’inchiesta di ‘Sudcomune’ – 40 siti sono ad ‘alto rischio’ e 260 a ‘medio rischio’. Di quelli ad alto rischio, 18 risultano fortemente contaminati e da ‘sottoporre a bonifica e messa in sicurezza permanente’. Al primo posto di questa triste classifica c’è la zona Pentimele, a Reggio Calabria, dove l’intervento di bonifica ha un costo pari a 3, 3 milioni di euro. Sempre in Provincia di Reggio è l’area dove i costi di bonifica sono più elevati. Su tutti spicca la zona di Pietrastorta, dove servirebbero più di 8 milioni di euro per ripulire una discarica dismessa dal 1995, di 120 mila metri quadrati di rifiuti che hanno raggiunto uno spessore di circa 30metri: una volumetria di 1,5 milioni di metri cubi, ovvero grande quanto più di tre stadi di calcio come il San Siro colmi fino all’orlo.

In totale, per bonificare tutte le 18 aree ad alto rischio sono necessari 45 milioni di euro (cifra solo presuntiva) e, di converso, come ammesso nell’Approvazione del Programma di governo dallo stretto al Pollino si è proseguito con Progetti per i quali la Calabria sembra risultare la peggiore area d’Europa per la gestione dei rifiuti. Diverse le battaglie vinte dai Comitati di difesa dell’ambiente, come il ritiro di un bando a Rossano, i processi di sensibilizzazione e partecipazione attivati a Donnici, Celico, Rovito e Pianopoli, il ritiro del Decreto per la discarica Battaglina a Borgia”.